venerdì 17 aprile 2020

D'ANNUNZIO E LA FUSIONE CON LA NATURA

"Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
La Pioggia nel Pineto" di D'Annunzio: natura, panismo e ErmioneAscolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione."


Sono la melodia dei suoni, i giochi di dolci allitterazioni ed i tenui accostamenti di parole fugaci ma profonde, che rendono le poesie di D'Annunzio tangibili , perfette per l’immersione del lettore nella natura che rappresenta un flusso di vita disinteressato. Il lettore riesce facilmente a seguire le orme dell'autore, identificandosi con ciò che rappresenta per lui un'inesauribile fonte d'ispirazione e vita: l’ambiente.
Una natura con la quale D'Annunzio ha un legame quasi vincolante; egli è, infatti, alla continua ricerca di un contatto mentale e fisico, fino alla completa fusione con essa, come è facile notare ne La pioggia nel pineto, dove il poeta descrive la sua amata Ermione paragonandola, nella sua trasformazione, ad una pianta.
Si tratta, in sostanza, di una natura dinamica, viva, dove i fiori, i frutti e le foglie respirano ansimanti rompendo l'eterno silenzio come nella poesia O falce di luna calante; e dove, come nella poesia l'Onda, quest'ultima diventa una creatura viva, che gode del suo mistero fugace.
La natura è, quindi, parte integrante dell'autore: entrambi, insieme, si completano, sono un tutt'uno, significante e significato.

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