STORIOGRAFIA DEL TERMINE STEP 02

Il termine ambiente inteso come l'insieme delle condizioni che influiscono sulla vita delle persone (approfondendo quindi la definizione latina e includendo tutte le sfumature ) ebbe senza ombra di dubbio un 'importanza centrale nella storia culturale filosofica e cinematografica.

L'ambiente fisico nella filosofia e nella psicologia

Fin dai tempi di Ippocrate (450 a.c) venne subito sottolineata l'importanza non solo di conoscere e studiare l'ambiente in senso fisico ma anche di comprenderlo ed empatizzare con esso.
Secondo il medico,infatti,l'ambiente fisico (in particolare il clima) può determinare in prima persona il temperamento degli uomini.

Nei secoli XVI-XVIII tale sfumatura di ambiente conobbe un particolare successo per la spiegazione della varietà di organizzazione sociale e politica fra i vari popoli .
Montesquieu sostiene,infatti, che il dispotismo politico ,la schiavitù e l'intolleranza sono pressochè inevitabili nei climi torridi mentre il clima temperato rende possibili tanto la monarchia quanto la repubblica e la democrazia.

Alla fine dell'XIX secolo lo studio strettamente fisico dell'ambiente fu di primaria importanza nelle ricerche e nelle teorie di J.Watson ,noto esponente del comportamentismo,secondo il quale l'organismo è totalmente plastico e passivo ed emette risposte solo se e quando viene sollecitato dalle situazioni stimolo-ambientali:

"Datemi una dozzina di bambini sani e normali e consentitemi di organizzare a mio modo l’ambiente in cui educarli. Vi garantisco che potrei trasformare ciascuno di loro in un qualsiasi tipo di specialista: un dottore, un avvocato, un artista, un commerciante e, perché no, anche un mendicante e un ladro, indipendentemente dal loro talento, dalle loro inclinazioni, dalle loro tendenze, abilità e orientamenti, e dalla razza dei genitori."

L'ambiente sociale e culturale nella settima arte

La ripresa o spesso la critica e la parodia di un determinato e specifico ambiente sociale e culturale risulta essere fin dalla prima metà del Novecento (con "Quarto Potere " di Orson Welles) un tema centrale nelle opere cinematografiche

Nel Fellini post-neorealista (specificamente nella"Dolce Vita" 1960) vi è una durissima quanto iperbolica critica a quell'ambiente borghese e letterato tanto colto e saccente quanto vacuo e disperato.

L'ambientazione borghese risulta ,quindi , essere una vera e propria "trappola" senza uscita che condanna intrinsecamente ogni partecipante ad ozio ,malinconia e depressione mascherate da eccessi,alcol e corrotti sentimenti edonistici e narcisistici.

11 anni più tardi Stanley Kubrick generalizzò e ampliò la critica alla società meschina,non solo andando a considerare un unico e disagiante ambiente sociale, ma focalizzandosi sulla violenza opportunista usata dallo Stato.
In "Arancia Meccanica" l'inefficenza e l'egoismo di uno stato intrinsecamente violento provoca nella società il cosiddetto "stato di natura" hobbesiano nel quale il protagonista è "lupo in mezzo agli uomini"("homo hominis lupus").
Una volta arrestato il protagonista  l'obbiettivo dello Stato non è quello di studiare le origini del problema e del desiderio di "ultraviolenza" di Alex bensi',comporandosi da vero e proprio "Leviatano" ,risulta esssere quello di stroncare le possibilità di scelta del prigioniero che diventa quindi un automa.
Il finale ,dove viene "legalizzata" la violenza di Alex , eleva l'opportunismo come governante nella mente degli uomini non curanti del bene comune.
Un ambiente violento genera l'uomo violento.

Risulta interessante notare come il "topos " dell'ambiente inteso come "trappola" o "prigione" sociale venne ripreso nel corso della storia della settima arte da Martin Scorsese a Paolo Sorrentino passando da Francis Ford Coppola.







Bibliografia:
"Skepsis,la filosofia come ricerca"Volume 1A ,Gianni gentile, Luigi Ronga ,Mario Bertelli.