LA NATURA NELLA FILOSOFIA MEDIOEVALE
La concezione dell'ambiente nell'uomo medioevale si discostava drasticamente dalla visione naturalistica greca e si basava sull'idea che la natura fosse solo una parte del tutto ma non quella essenziale e rappresentava un velo della realtà soprannaturale, un velo percorso da una
fittissima rete di simboli, di allusioni, di allegorie.
Tramite la figura di Alberto Magno nella filosofia scolastica viene approfondita la distinzione tra religione e scienza e di come quest'ultima potesse andare di pari passo con la fede e non in contrasto con essa sottolineando l'importanza dell'indagine e dell'osservazione.
In accordo con la dottrina aristotelica, Dio è trascedente e distingue in maniera netta ciò che possiamo conoscere ( come l'ambiente stesso studiato dalla scienza ) e i cosiddetti misteri (ad esempio la Trinità basato sulla fede).
L'AMBIENTE IN GIORDANO BRUNO
Nell'età moderna viene messa in discussione proprio la trascendenza di Dio con il riaffermarsi di una concezione panteistica (con Giordano Bruno) e emerge con la figura di Galileo l'importanza di una scienza oggettiva e slegata dall'immobilità di conoscenza imposta dalla fede.
In "De la causa ,principio e uno"di Giordano Bruno emerge il tentativo di conciliare il neoplatonismo con il naturalismo e si distingue la "causa" ( che produce dall'esterno un effetto) ed il "principio" (che è il fondamento stesso dell'effetto che gli è intrinseco).
Dio,essendo causa infinita ,produce un effetto infinito (l'universo) e che necessariamente coincide con la causa :la filosofia di Bruno si risolve quindi in una visione panteistica.
La materia non è ,quindi, la potenza pura e senza atto ma ,al contrario,contiene l'avvio di tutte le forme e merita perciò l'appellativo di Dio.
La materia è , dunque, principio infinito di vita infinita.
“Io penso a un universo infinito. Stimo infatti cosa indegna della infinita potenza divina che, potendo creare oltre a questo mondo un altro e altri ancora , infiniti, ne avesse prodotto uno solo, finito. Così io ho parlato di infiniti mondi particolari simili alla Terra.”
De la causa , principio e uno (1584), Giordano Bruno.
Bibliografia:"Skepsis,la filosofia come ricerca"Volume 2A Gianni Gentile,Luigi Ronga,Mario Bertelli
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